I piccioni sono una presenza fissa, e alquanto ricercata dai turisti, in molte delle nostre città; pensiamo a quante volte i visitatori comprano, nella Piazza del Duomo di Milano, o a San Marco a Venezia, sacchetti di semi unicamente allo scopo di attirarli per fare una fotografia mentre ne sono circondati. Tuttavia, qualunque ritorno economico possa nascere da tale situazione non è paragonabile ai rischi, di salute e di estetica della città, causati dal tralasciare il grave problema dei piccioni.
La questione sanitaria e i rischi di malattia
Il discorso è elementare, avendo le basi – sebbene pochi ci pensino. I piccioni vivono in un territorio intensamente inquinato; ne deriva che si alimentano di cibi sporchi e contaminati. Questo porta, inevitabilmente, ad un inquinamento tossico e batteriologico elevatissimo delle loro deiezioni, che diventano autentici focolai di contagio per malattie gravi e perfino mortali.
Ci riferiamo a salmonellosi, meningite, encefalite e toxoplasmosi, ma anche a istoplasmosi e cryptococco, entrambe causate da spore di funghi cui i piccioni vengono esposti e che finiscono appunto nelle loro feci. E non si pensi che sia necessario il tocco per rischiare il contagio: una volta seccati, gli escrementi di piccione si sbriciolano in polvere finissima e possono essere inalati, o inquinare sorgenti d’acqua estendendo il pericolo largamente.
La questione ambientale e il rischio strutturale
Chiunque possieda una automobile e debba lasciarla parcheggiata all’aperto ne è consapevole, ma forse non sa che il problema va al di là delle carrozzerie: le deiezioni dei piccioni sono di natura acida, e sono intensamente corrosive. Non si tratta soltanto di un rischio estetico, come una decolorazione o il logorarsi dei dettagli di una statua (nonostante anche questi siano problemi significativi); parliamo della possibilità che strutture portanti, come quelle di un ponte, vengano corrose fino al punto di rischiare fisicamente il crollo.
Consideriamo, in ultimo, un dilemma che è forse il meno noto ma anche, potenzialmente, il più disastroso, perfino rispetto ai danni da corrosione e alla rovina estetica della città quando ricoperta di escrementi di piccione: il pericolo pratico di incendi. Pochi sanno infatti che le feci di questi volatili sono altamente infiammabili, e che quando, risucchiate da un sistema di ventilazione, vanno ad accumularsi con le piume cadute, possono costituire dei rischiosissimi focolai.